Med Lav. 2023 Giu 12;114(3):e2023025
Luigi Vimercati, Domenica Cavone, Luigi De Maria, Antonio Caputi, Floriana Pentimone, Stefania Sponselli, Giuseppe Delvecchio, Elisabetta Chellini, Alessandra Binazzi, Davide Di Marzio, Carolina Mensi, Dario Consonni, Enrica Migliore, Dario Mirabelli, Alessia Angelini, Andrea Martini, Corrado, Flavia D’Agostin, Iolanda Grappasonni, Cristiana Pascucci, Lucia Benfatto, Davide Malacarne, Veronica Casotto, Vera Comiati, Cinzia Storchi, Lucia Mangone, Stefano Murano, Lucia Rossin, Federico Tallarigo, Filomena Vitale, Marina Verardo, Silvia Eccher, Gabriella Madeo, Tommaso Staniscia, Francesco Carrozza, Ilaria Cozzi, Elisa Romeo, Paola Pelullo, Michele Labianca, Massimo Melis, Giuseppe Cascone, Alessandro Marinaccio, Giovanni Maria Ferri, Gabriella Serio
PMID: 37309879
DOI: 10.23749/mdl.v114i3.14538
Background: un aumento del rischio di mesotelioma è stato segnalato in vari paesi per i lavoratori edili. Il Registro Nazionale Italiano Mesotelioma, dal 1993 al 2018, ha riportato un’esposizione esclusivamente nel settore delle costruzioni in 2310 casi. Descriviamo le caratteristiche di questi casi in base al titolo di lavoro.
Metodi: abbiamo convertito in 18 gruppi i lavori originali (N=338) come riportato dai codici ISTAT (‘ATECO 91’). Il livello di esposizione è stato attribuito a certo, probabile e possibile in conformità con la classificazione qualitativa dell’esposizione come riportato nelle linee guida del registro. L’analisi descrittiva per lavori evidenzia il numero totale di soggetti per ogni singolo lavoro e certa esposizione, in ordine decrescente, idraulico, falegname, meccanico, muratore, elettricista, operatore di macchine, stuccatore, imprenditore edile, imbianchino e operaio.
Risultati: i casi crescono per gli idraulici nei periodi di incidenza 1993-2018, mentre, come previsto, diminuisce per chi ha lavorato con gli isolanti. All’interno di ciascun periodo considerato i casi più numerosi sono sempre tra muratori e operai, questi dati confermano la prevalenza di lavori “intercambiabili” non specializzati nel settore edile italiano in passato.
Conclusioni: nonostante il divieto dal 1992, il settore edile presenta ancora una sfida per la prevenzione della salute sul lavoro, le circostanze di esposizione all’amianto possono ancora verificarsi a causa del non completo rispetto delle misure di prevenzione e protezione.